Testo completo
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Archivio Storico del Comune di San Fele (PZ)
Tipologia del livello di descrizione
archivio
Estremi cronologici
1800 - 1982
Metri lineari
92.5
Consistenza archivistica
267 registri; 614 buste.
Abstract
Il Comune di San Fele, in Provincia di Potenza, ha attualmente una popolazione di circa 3.000 abitanti ed è
situato nella parte nord-occidentale della Basilicata, tra il Monte Castello e il Monte Torretta ad un’altitudine di
oltre 870 mt. s.l.m.. Storicamente è riconducibile al feudo della Valle di Vitalba, insieme a Lagopesole,
Montemarcone, Rionero, Monticchio, Sant’Andrea, Rapone, così come ricordava Giustino Fortunato. Il suo
nome è riportato inizialmente come San Felice che, per effetto di una contrazione linguistica, è mutato prima in
Santo Fele ed infine in San Fele.
La sua origine di Castello-Fortezza risale presumibilmente al X secolo, tuttavia dell’antico Castello di Ottone I di
Sassonia oggi non restano che pochi ruderi. Le prime abitazioni del centro abitato comparvero, secondo le
informazioni a noi pervenute, a ridosso delle mura del Castello per l’arrivo di fuggiaschi in cerca di protezione
crescendo al punto di occupare l’intera pendice orientale del monte.
San Fele nel corso dei secoli fu feudo di ricche famiglie della nobiltà sia aragonese che castigliana, ad esse
successivamente subentrano facoltose famiglie mercantili genovesi, come la famiglia Doria Pamphili la quale
mantenne il controllo del territorio sanfelese fino al 1806.
Infine, anche l’aspetto religioso della storia di San Fele presenta degli elementi interessanti, basti ricordare la
presenza del Santuario di Santa Maria di Pierno, fondato secondo la leggenda da San Guglielmo da Vercelli nel
XII secolo, e la nascita nel 1800 di San Giustino de Jacobis, missionario lazzarista che divenne vicario
apostolico in Etiopia e Vescovo di Nilopoli in Egitto.
Storia archivistica
L'Archivio Storico del Comune di San Fele è conservato al 2° piano dell'edificio di proprietà comunale ubicato in
Via G. Mazzini che ospita anche la Sala Consiliare e la Biblioteca Comunale.
Prima dell’intervento archivistico, lo stato di conservazione della documentazione risultava precario, i documenti
si presentavano ammassati sul pavimento in modo disordinato, probabilmente a seguito di vari spostamenti
subiti nel corso degli anni precedenti, l'ultimo dei quali avvenuto da alcuni locali temporaneamente adibiti a
deposito durante gli anni della ricostruzione post terremoto del 1980. A causa delle condizioni in cui versavano
le carte si è ritenuto opportuno procedere innanzitutto con il recupero e la messa in sicurezza delle stesse
alzandole dal pavimento e collocandole su apposite scaffalature.
Durante questa fase si è rilevata la presenza di una discreta quantità di documenti in cattivo stato di
conservazione (strappate, colpite da umidità etc.), oltre a numerosissime carte fuoriuscite dalle proprie unità di
conservazione, in modo tale da non essere più ascrivibili a nessuna di esse. Per quest’ultimo gruppo
documentario si è deciso di formare la serie "Carte sciolte" in cui convogliarlo, in attesa di un apposito intervento
di riordino.
Una volta ultimata la fase preliminare di messa in sicurezza si è proceduto alla schedatura delle carte e al
riordino. Mentre per le pratiche successive al 1897 è stato subito evidente l’uso delle categorie secondo il
“Titolario Astengo”, per quelle precedenti non è stato possibile individuare nessun tipo di classificazione. Perciò
per le carte pre-Astengo è stata creata una serie ad hoc, dove le pratiche sono state aggregate secondo una
suddivisione per materia e ordinate cronologicamente. Le carte post-Astengo sono state ordinate secondo le
categorie del Titolario, ogni categoria corrisponde ad una sottoserie al cui interno vige l’ordinamento
cronologico. L'inventario sommario prodotto riporta per ogni unità archivistica la categoria secondo il Titolario
Astengo, il titolo originale o attribuito, gli estremi cronologici. Alle unità archivistiche è stato attribuito un numero
di corda progressivo per serie.